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Dolore alla mano: quando è efficace la cannabis terapeutica
Una revisione della letteratura ha fatto il punto sulle prove di efficacia disponibili al momento per il trattamento con cannabis terapeutica del dolore acuto e cronico associato alle condizioni che coinvolgono gli arti superiori.
Nonostante sia utilizzata per trattare il dolore associato a diverse condizioni e patologie, come il dolore cronico neuropatico e quello oncologico, l’efficacia analgesica della cannabis terapeutica nella gestione del dolore acuto e cronico di tipo muscoloscheletrico deve essere approfondita.
A questo proposito, un gruppo di chirurghi statunitensi ha presentato e discusso in un articolo di recente pubblicazione lo stato dell’arte delle conoscenze sull’efficacia, sulla sicurezza e sulle potenziali applicazioni della cannabis terapeutica nella chirurgia della mano e in generale nel trattamento di condizioni che comportano dolore agli arti superiori.
Cannabis e dolore alla mano: cosa si sa
Secondo i risultati di una survey su oltre 600 pazienti seguiti in centri di chirurgia della mano, il 10 per cento circa faceva uso di cannabis medica, mentre 8 soggetti su 10 tra quelli che non la utilizzavano si sono dichiarati disposti, se prescritta dal medico, a prendere in considerazione questa opzione per trattare una condizione di tipo ortopedico.
Gli studi clinici condotti finora hanno fornito risultati contrastanti sull’efficacia della cannabis terapeutica nel trattare il dolore acuto postoperatorio e traumatico: le evidenze di alta qualità sono limitate e riguardano soprattutto la monoterapia e il confronto con placebo, mentre rispetto ad altri comparatori attivi le indicazioni emerse dagli studi non consentono di trarre conclusioni certe.
Un campo di applicazione che sembra avere buone prospettive è il trattamento del dolore cronico non oncologico, per il quale i risultati positivi di alcuni studi clinici condotti in ambito muscoloscheletrico potrebbero essere estesi alla mano. Infatti, tra i meccanismi che generano dolore cronico agli arti superiori rientra l’artrite degenerativa o infiammatoria, e studi preclinici e ricerche su modelli animali hanno dimostrato l’interazione tra il sistema endocannabinoide e l’infiammazione, il dolore correlato all’artrosi e la progressione della patologia.
Le evidenze cliniche sono limitate, ma promettenti: una revisione sistematica di 36 trial che confrontavano la cannabis terapeutica con il placebo nel trattamento del dolore cronico non oncologico ha indicato un’efficacia significativamente maggiore della cannabis nel ridurre i punteggi della scala del dolore, indipendentemente dalla via di somministrazione, anche se la differenza non è risultata clinicamente rilevante.
Inoltre, grazie agli effetti antinfiammatori e nocicettivi, il cannabidiolo (CBD) potrebbe essere utile nel trattamento dell’artrite di origine infiammatoria, come l’artrite reumatoide o psoriasica, anche se occorrono evidenze più solide. Una revisione Cochrane sull’uso dei cannabinoidi per contrastare il dolore correlato all’artrite reumatoide ha concluso che la cannabis può migliorare i livelli di dolore e la qualità del sonno, anche se non ci sono prove solide della sua superiorità rispetto al placebo.
L’utilizzo della cannabis terapeutica potrebbe poi avere un ruolo importante nel contrastare il dolore neuropatico, una condizione che nel caso della mano e degli arti superiori rappresenta una sfida. I cannabinoidi, infatti, si sono dimostrati efficaci nell’alleviare il dolore neuropatico associato a sclerosi multipla e HIV. In particolare, uno studio ha analizzato gli effetti della cannabis terapeutica sul dolore neuropatico post-traumatico e post-operatorio, rilevando una riduzione significativa dell’intensità del sintomo e un miglioramento della qualità del sonno nel gruppo di pazienti trattati con THC ad alto dosaggio.
In considerazione delle buone prospettive suggerite da questi risultati, per capire se sia effettivamente possibile estrapolarli nell’ambito specifico sono necessari studi mirati a valutare nello specifico l’efficacia della cannabis terapeutica nel dolore neuropatico della mano e degli arti superiori.
Le applicazioni più promettenti
«Attualmente, le prove a sostegno dell’impiego della cannabis terapeutica in ambito muscoloscheletrico sono limitate, ma molto promettenti, per quanto riguarda il dolore cronico non oncologico e neuropatico, mentre non sono sufficienti per supportarne l’utilizzo nel dolore acuto post-traumatico o post-operatorio» commentano gli autori. «Il trattamento con cannabis terapeutica dovrebbe essere preso in considerazione per pazienti con dolore cronico o neuropatico della mano e degli arti superiori dovuto a condizioni non trattabili chirurgicamente o in seguito al fallimento di trattamenti non chirurgici, nei soggetti con dipendenza a lungo termine o crescente dall’analgesia con oppioidi. Sono comunque necessari ulteriori studi mirati in questo ambito» concludono i ricercatori.
Reference
Yang A, Townsend CB, Ilyas AM. Medical cannabis in hand surgery: a review of the current evidence. J Hand Surg Am. 2023;48(3):292-300.