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Un gruppo di lavoro canadese ha condotto una revisione della letteratura e ha elaborato delle raccomandazioni per la pratica clinica per la gestione del dolore cronico con terapie a base di cannabinoidi.

 

A livello globale il dolore cronico è piuttosto diffuso, e la maggior parte delle persone che ne soffre riferisce sintomi moderati o gravi e di lunga durata. Inoltre, il dolore cronico si accompagna spesso ad altre condizioni, come insonnia, ansia, depressione e disturbi da abuso di alcol e di oppioidi.

Tutti questi disturbi sono tra le condizioni per le quali più frequentemente si utilizzano i prodotti a base di cannabinoidi.

 

Un gruppo di ricercatori, clinici e associazioni di pazienti canadesi ha condotto una revisione della letteratura allo scopo di sviluppare linee guida di pratica clinica che fossero di supporto a medici e pazienti per l’impiego appropriato dei cannabinoidi nella gestione del dolore cronico non oncologico e delle comorbilità associate.

Il gruppo di lavoro ha utilizzato 8 database di studi scientifici, arrivando a selezionare 70 lavori pubblicati tra il 2001 e il 2019, 51 ricerche originali e 19 revisioni sistematiche, che sono state analizzate separatamente per evitare ridondanze.

 

Benefici e raccomandazioni per la pratica

Tra le revisioni sistematiche analizzate, la maggior parte (12 su 19) comprendeva solo trial clinici controllati randomizzati.

Nella maggior parte delle revisioni (14 su 19) i cannabinoidi si sono dimostrato efficaci nel ridurre il dolore cronico almeno in alcuni contesti, per esempio il dolore neuropatico o quello correlato alla sclerosi multipla. Considerando le 8 revisioni valutate di buona qualità, 7 hanno indicato benefici dei cannabinoidi nel trattamento del dolore cronico, anche se in alcuni casi l’effetto analgesico è risultato moderato o lieve.

 

Alcune revisioni hanno analizzato anche le comorbilità associate al dolore cronico, fornendo risultati sostanzialmente concordi su un beneficio sulla qualità e sui problemi del sonno, e più eterogenei per quanto riguarda l’efficacia per i disturbi dell’umore, l’ansia e la depressione.

Per quanto riguarda gli eventi avversi associati ai cannabinoidi analizzati nelle revisioni sistematiche, per quanto comuni erano in generale di gravità lieve o moderata, e non sempre interamente attribuibili ai cannabinoidi; i più diffusi erano sonnolenza, vertigini e secchezza delle fauci.

Tra gli studi originali selezionati, 47 sono stati ritenuti rilevanti in termini di gestione del dolore cronico, 22 dei quali sono trial controllati randomizzati; in totale questi studi coinvolgevano oltre 11 mila pazienti.

 

Dall’analisi dei dati il gruppo di lavoro ha formulato una raccomandazione forte, basata su prove di qualità moderata provenienti da 38 studi, a sostegno dell’impiego dei prodotti medicinali a base di cannabinoidi, soprattutto come trattamento sostitutivo o aggiuntivo per la gestione del dolore cronico, compreso quello neuropatico centrale e periferico, con l’obiettivo di migliorare gli esiti del dolore.

Sono state formulate raccomandazioni forti a supporto dell’uso dei cannabinoidi a scopo terapeutico anche nel caso di alcune condizioni associate al dolore cronico.

Nel caso dell’HIV la raccomandazione riguarda i pazienti che non hanno una risposta adeguata o hanno effetti avversi con gli altri trattamenti.

Nelle persone con sclerosi multipla, i cannabinoidi sono raccomandati, in aggiunta alle terapie standard, per la gestione del dolore cronico, degli spasmi muscolari e dei disturbi del sonno, in assenza di risposta adeguata ad altre modalità terapeutiche.

Analogamente, le linee guida raccomandano l’uso di questi farmaci per i pazienti con dolore cronico dovuto ad artrite, che non risponde adeguatamente ad altre terapie analgesiche.

 

Inoltre, i cannabinoidi sono indicati come trattamento aggiuntivo per la gestione del mal di schiena e di altri dolori cronici in persone con fibromialgia che non ottengono una risposta adeguata agli analgesici standard.

I cannabinoidi sono considerati utili anche per migliorare il sonno e i sintomi della deprivazione del sonno nelle persone con dolore cronico che non rispondono o sono intolleranti ad altre modalità di trattamento farmacologico.

Per quanto riguarda la perdita dell’appetito in associazione al dolore cronico, l’uso di cannabis a prevalenza di THC comporta un beneficio rispetto a nessun trattamento.

L’uso dei farmaci a base di cannabinoidi come terapia aggiuntiva è infine indicato nei pazienti con dolore cronico per migliorare i sintomi dell’ansia, in assenza di risposta al trattamento non farmacologico.

 

Cannabinoidi e oppioidi

Quattro degli studi analizzati hanno valutato in modo specifico l’efficacia della combinazione di analgesici oppioidi e terapia con cannabis per il dolore cronico, rilevando una ulteriore riduzione del dolore. Le linee guida raccomandano quindi i prodotti medicinali a base di cannabinoidi come trattamento aggiuntivo agli oppioidi, per la gestione del dolore cronico nelle persone che ottengono un effetto analgesico insoddisfacente dal trattamento con oppioidi.

 

Inoltre, negli studi analizzati la maggior parte dei partecipanti ha ridotto l’uso di routine dei farmaci antidolorifici con la somministrazione concomitante di cannabinoidi e oppioidi, assicurando benefici anche in termini di miglioramento del sonno, dell’ansia e dell’umore, e di prevenzione della tolleranza agli oppioidi e dell’escalation della dose.

 

Secondo le linee guida, quindi, la terapia con farmaci a base di cannabinoidi è raccomandata come trattamento aggiuntivo sia nei pazienti che utilizzano dosi moderate o elevate di oppioidi, per la gestione del dolore cronico e per ridurre il consumo di oppioidi, sia nelle persone che, indipendentemente dalla dose di oppioidi assunta, non raggiungono gli obiettivi di gestione del dolore cronico, o hanno effetti avversi o fattori di rischio.

 

 

Reference

Bell AD, MacCallum C, Margolese S, et al. Clinical practice guidelines for cannabis and cannabinoid-based medicines in the management of chronic pain and co-occurring conditions. Cannabis Cannabinoid Res. 2024 Apr;9(2):669-687.